Innamorati dell’ottimo cibo Giapponese.
Eh già… eccoci qui, appena ritornati dal nostro tour in Giappone, con qualche chilo in più e già pronti a raccontarlo.
Oggi vi parliamo di tutto ciò che abbiamo provato in giro per questo stupendo Paese… ovviamente parliamo di Cibo e non a caso la “C” è maiuscola! Molti vedono la cultura gastronomica italiana come l’unica accettabile per il nostro palato, un tempo lo pensavamo anche noi, ora non più :D!
Lo so, lo diciamo spesso… viaggiare non apre solo la mente, amplia anche il nostro gusto… lo abitua a nuovi sapori, consente di accostarci a spezie, salse, condimenti vari che tanto caratterizzano culture culinarie diverse dalla nostra.
La gastronomia del Giappone è molto molto particolare, sì orientale, ma unica nel suo genere per genuinità, semplicità e bellezza delle pietanze. La selezione degli ingredienti è accurata e sofisticata. La cotture più diffusa è il vapore e spesso non si cuoce per mantenere intatti nutrienti e caratteristiche organolettiche degli ingredienti (vedi sushi e sashimi).
Ma veniamo a noi, stiliamo la NOSTRA PERSONALISSIMA LISTA di tutto ciò che ci è piaciuto e di ciò che no, decisamente non ha superato l’esame del nostro palato (poche cose in realtà!).
Partiamo da Osaka, capitale gastronomica del Giappone, così come viene definita.
Ci sono due “piatti” che vanno per la maggiore, il “Takoyaki” e l'”Okonomiyaki”.
NO al “Takoyaki”:
sono delle polpettine ripiene di polpo, il Tako appunto, famose in tutto il Giappone e sicuramente una delle pietanze da strada più diffuse. Vengono preparate in un’apposita padella in ghisa caratterizzata da varie concavità semicircolari. La base è una pastella di farina ed uova, ripiena di polpo e arricchita di erba cipollina, alghe anori, salsa takoyaki e zenzero rosso. Il tutto ricoperto da piccole scaglie di tonnetto essiccato. Da notare che zenzero e tonnetto hanno un gusto molto forte, quindi, consiglio di fare piccoli assaggi prima riempirsi la bocca con una polpettina bollente 😀
No al “beni shoga”:
è un particolare tipo di zenzero rosso in salamoia, il gusto è molto intenso e soprattutto è molto profumato… dal mio punto di vista tanto da nausearti!
No al ” Katsuobushi”:
è uno dei pilastri della cucina giapponese, si tratta di tonnetto essiccato, consumato tal quale o in scaglie per arricchire ulteriormente gustose pietanze. Il Katsuobushi sta al Giappone come il Parmigiano sta all’Italia. Il gusto di pesce è molto molto molto intenso.
Si a “Okonomiyaki”:
nota anche come “pizza di Osaka”, vi state chiedendo perchè? anch’io!!! Di pizza non ha niente, se non il fatto che è diffusa da queste parti come la pizza a Napoli! Vede tra i suoi ingredienti cavolo, pancetta, uova, il tutto condito con salsa okonomiyaki, maionese e Katsuobushi (che noi, ovviamente, non abbiamo messo!).
Il suo significato letterario è “cotto a piacere” ed è tutto tranne che minimalista e raffinato, aggettivi che maggiormente useremo per descrivere i piatti della cucina giapponese.
Una piccola curiosità… ricordate Marrabbio, il padre di Licia nel cartoon Kiss me Licia??? bhe, lui aveva proprio un ristorante a gestione familiare di Okonomiyaki 😉
Si a “Yakisoba”:
ovvero spaghetti giapponesi (Soba) saltati (Yaki) in padella o sulla piastra.
E’ proprio in un ristorantino molto caratteristico, Chibo Dotonbori, in cui abbiamo provato il nostro “Okonomiyaki” ed i più famosi “Yakisoba”. Il tutto ci è stato servito lasciandolo su una piastra (teppan) direttamente al tavolo, questo consente di poter conversare durante il pasto lasciando il cibo sempre fumante.
Ci sentiamo di consigliarlo in quanto il cibo e prezzi sono buoni, spesa complessiva 2534 yen, poco più di 20€. Unico neo, non sono molto pratici con le carte di credito, parlando poco l’inglese e usando il POS solo in giapponese non c’è modo di aiutarli, pagate in contanti!
E come chiudere questo primo ma molto soddisfacente assaggio di cucina giapponese se non con un bel dolce? Come spesso accade, la vista stimola il gusto e la fantasia ed in Giappone su questo aspetto sono fortissimi… quindi, a spasso per le strade di Dotonbori, notiamo il piccolo carretto di “Hop Chou”!!!
Si a “Hop Chou a la creme”:
bignè ricoperti di una leggera granella, con ripieno a scelta, principalmente crema (custard), ma trovate anche varianti al cioccolato, nocciola ed immancabile thè verde. Si tratta di un remake di pasticceria francese e sono conosciuti da queste parti anche come Shuu Cream. Sono molto gustosi, da provare assolutamente!
C’è un piccolo rivenditore sulla famosa Shinsaibashi, il costo è di 140 YEN.
Il nostro tour gastronomico ci porta a Nara, dove abbiamo guastato il primo “Tonkatsu” della nostra vita!
Si al “Tonkatsu”:
una sorta di cotoletta, di maiale, pollo, gamberi, ostriche, spessa almeno 2 cm, con una croccante e decisa panatura. Dopo la cottura viene scomposta in listarelle abbondanti per poter permettere l’utilizzo delle bacchette. Il piatto viene servito di solito con numerosi contorni, cavolo cappuccio tritato, salsa di soia e semi di sesamo, riso, zuppa di miso. Come intuibile, non è originario nella tradizione culinaria giapponese, ma è stato introdotto dagli europei, pare dai portoghesi, ed adattato poi ai gusti dei giapponesi.
Per questo piatto consigliamo Tonkatsu Ganko, dove, oltre a mangiare bene, troverete una location molto graziosa, proprio nella zona centrale di Nara, immediatamente prima dell”ingresso del parco. Anche in questo caso il prezzo è stato molto onesto, circa 2300 Yen per due persone.
Siamo a Kyoto, la vecchia Capitale, te ne innamori subito… Qui scopriamo una piccola catena di ristorantini specializzati in pochi piatti della tradizione culinaria giapponese ma moltoooo bbuoniiii… è tempo di “Ramen”!
Si ai “Ramen”:
più che un piatto un’istituzione! Anche questi famosissimi nei cartoni, sono gli spaghetti immersi in ciotole piene di brodo che vengono mangiati con un tipico “risucchio” e con l’aiuto delle bacchette. In realtà l’origine di questi spaghetti di frumento in brodo è cinese, la ricetta è stata poi adattata nel tempo alla gastronomia giapponese.
Il locale prescelto è Ippudo Nishikikoji, semplice e carino dal servizio superveloce!
Il menu è di quelli che piacciono a me, pochi piatti ma fatti bene. Proviamo 2 tipologie di Ramen “Shiromaru Motoaji” e “Akamaru“.
La prima ricetta prevede un brodo con più di 18 ore di cottura ed altrettanto di riposo, per estrarre al meglio il sapore dai vari ingredienti tra cui il maiale servito poi a fette e diversi tipi di verdura. I noodles sono a scelta tra la tipologia sottile e a gomitolo e quella più doppia e dritta.
La seconda zuppa, invece, è una fermentata di pasta di miso, mescolata con olio fragrante e noodles a scelta, sempre servita con fette di maiale arrosto. Generalmente viene guarnita con un tocco di piccante che è possibile sia dosare a scelta oppure chiedere senza. Io l’ho provata in entrambi i modi e devo dire che con un tocco di piccante acquista un sapore più deciso e caratteristico.
Per contorno, come tradizione in Giappone, scegliamo gli Hakata… “Gyoza” salatati in padella!
Si ai “Gyoza”:
ravioli di carne e verdure. Ecco, questo è uno di quei piatti che nella propria terra natia esplode di sapore e non ha nulla a che vedere con quanto spacciato simile in altre parti del mondo. Ne esistono diverse varianti sia per cottura che per ripieno. Sono saltati in padella, cotti al vapore oppure fritti. In foto quelli saltati in padella. In genere si prendono come contorno e vengono serviti sempre con un intingo a base di salsa di soia.
Continuiamo ora con lo street food che tanto ci piace, ci incuriosiva come gruppi di scolaresche facessero file per assicurarsi questo spiedino di palline… ma che sarà?
Potevamo non provarlo???!!!
No ai “Dango”:
dovrebbe essere un dolce??? boh… sicuramente uno dei più diffusi ma anche più controversi della cucina giapponese. Sono palline di riso infilzati in un bastoncino e non di rado vi capiterà che vengano serviti con una tazza di thè verde. Ci sono diverse varianti e tutte prendono il nome dal condimento che le accompagna. Generalmente vanno con salsa di soia, noi li abbiamo assaggiati nella variante alla salsa di miso concentrata.
E’ andata decisamente meglio con l’altro street dolce più diffuso dopo il Dango…
Si a”Imagawa-Yaki”:
una sorta di pancake a panino preparato in maniera molto affascinate, in caratteristiche piastre con tantissime concavità. Il ripieno è molto versatile, nella versione dolce va dall’immancabile ANKO alla strepitosa CUSTARD (crema pasticcera, ma buona buona buona).
Ma cos’è quest’ANKO? Ve lo spieghiamo con il dolce di cui è tanto ghiotto Doraemon nell’omonimo cartone animato, il “Dorayaki”.
Si al “Dorayaki”:
ma nella versione occidentalizzata ;D! Come descritto nel post ad esso dedicato “Dorayaki al Bimby” la ricetta tradizione vuole 2 dischi di simil pan cake, ripieni di ANKO, si tratta di una pasta dolce di fagioli rossi azuki che i giapponesi utilizzano praticamente ovunque, ci fanno i biscotti, ci fanno i ripieni, etc. Noi non l’abbiamo trovata particolarmente gustosa e preferiamo la versione di questo famoso dolce con ripieno di crema alle nocciole!
Veniamo ora al panino per tutte le occasioni…
Si al “Nikuman”:
in pratica un panino di farina bianca cotto al vapore con riepini variegati, il più diffuso è quello alla carne di maiale macinata e cipolle. Da qui, il nostro soprannone di “Panino con la genovese!”. Sono venduti ovunque, in tutti i combini (Family Mart, 7eleven, etc.) è sempre presente una vetrinetta al vapore con i nikuman caldi… già, si mangiano ben caldi! In realtà è tipico della cucina asiatica in generale, in Cina, ad esempio, sono noti come Baozi.
Ci è piaciuto e si, l’abbiamo portato a casa!
E ancora…
Si al “Tamgoyaki”:
chiamato anche Tamago, ovvero uovo in giapponese. Qui con le uova ci cucinano davvero tanto! Non è altro che una frittata semidolce, nella sua preparazione, infatti, entra anche lo zucchero e la soia. Ha la forma di un mattoncino dovuta al suo particolare metodo di preparazione ed ha una consistenza morbida e spumosa.
Viene preparata in una particolare padella Tamagoyaki-ki dalla forma quadrata che non viene mai lavata con detersivo ma solo con acqua, ciò per evitare di rimuovere la patina oleosa che facilita la sua preparazione.
Il Tamago lo si consuma su uno spiedino, come è capitato di fare a noi al mercato ittico di Tokyo, è immancabile il quadratino all’interno dei bento box e viene molte volte usato anche come guarnizione per onigiri e roll sushi.
E immagino che vi state chiedendo ma il sushi??? non si mangia???
Ovviamente si mangia e come!!!!
Si al “sushi” e “sashimi”:
non penso che ci siano dubbi su cosa siano. Per il sushi i più famosi sono i nigiri, riso con sopra un pezzo di pesce o mollusco ed i maki, roll di riso con dentro un pezzettino di pesce o verdura arrotolato in un foglio di alga nori. Il sashimi invece è solamente pesce crudo. Quello che si può dire è che qui in Giappone ogni boccone è un’esplosione di sapore!!! Di ristoranti ce ne sono per tutte le tasche, anche molto scenografici. Siate certi che mangerete benissimo anche in quelli più commerciali. Sono carinissimi quelli con il round sushi (nastro) e con l’ordinazione elettronica su schermi touch.
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Restando in tema di riso…
Si a Onigiri:
sono uno snack molto diffuso, un pò come per noi una fettina di pizza o qualche altro spezzafame salato. Viene dato spesso anche ai bambini piccoli, come noi siamo soliti dare un pezzettino di pane.
Sono composte principalmente di riso bianco, con un ripieno vegetale o di pesce e sono avvolti in parte o totalmente da un’alga essiccata.
Un’altra variante è lo Yaki-Onigiri, si tratta di un onigiri appena scottato sulla piastra insieme alla salsa di soia.
Per gli amanti del cibo vegano, beh.. non potete farvi mancare una tipica cena dei monaci Shintoisti dei Templi del Monte Koya!
Tra queste portate noi diciamo:
Si alla “Tempura” :
piatto a base di verdure in pastella e fritte, accompagnata da salsa di soia e sakè
No alla “ Misoshiru” o “Zuppa di miso”:
è un brodo aromatizzato con alghe e miso. Il miso è un impasto di soia fermentata con sale ed un’enzima detto “koji”. Il tutto è completato a piacere con verdure e cubetti di tofu.
Per concludere, la nostra risposta alla domanda che più frequentemente ci è stata posta al nostro rientro in Italia è: IN GIAPPONE SI MANGIA BENISSIMO!!!!!!!!!
Si può ingrassare in Giappone???
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