Il Marocco e le notti nel deserto! - Journeydraft
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Africa,  Viaggi

Il Marocco e le notti nel deserto!

Il Marocco e le notti nel deserto!

“Mimi (in Piemonte si usa chiamare così la madrina di battesimo) ad Ottobre faccio la cresima!”

Era Aprile 2018, mio nipote Mattia esordisce così… e subito penso “bene gli regalo un viaggio”!

Daniele, padrino di battesimo, è d’accordo…allora è fatta! Si va tutti in Marocco!

A giugno compro i biglietti aerei… come detto, destinazione Marocco. Ci sono stata due volte e l’ho amato follemente, vorrei fosse un viaggio speciale, memorabile… “lo porto a dormire nel deserto del Sahara” penso.

Alla fine siamo in 9 persone, io, Daniele, i miei 3 nipoti, le mie sorelle e i miei cognati.

E’ il 28/10 si parte…direzione Marrakech, i ragazzi sono agitatissimi, è il loro primo viaggio in aereo e il loro primo timbro sul passaporto. Ho prenotato i posti vicino al finestrino affinché possano avere la sensazione di viaggiare sopra le nuvole, voglio si godano ogni singolo istante.

Il volo è stranamente agitato, credo il più turbolento della mia vita, nonostante prenda parecchi aerei ogni anno ho una paura indescrivibile di volare, i miei nipoti non si accorgono di nulla e dormono come angioletti. Io probabilmente ho gli occhi iniettati di terrore, mi giro visibilmente in panico verso lo stuart che mi rassicura alzando il pollice verso alto.

Sono sollevata, sospiro, mi metto le cuffiette ed ascolto Bob Marley e mi sento trasportata dai ricordi… a volte basta poco per far riaffiorare sensazioni e emozioni vissute.

Questo è il bello del viaggio, ti lascia qualcosa dentro di indescrivibilmente bello, qualcosa che ti fa sorridere in modo istintivo, che ti nutre nel profondo e che al solo pensiero ti fa sentire immediatamente felice.

Finalmente atterriamo, il Marocco ci dà il benvenuto con la pioggia… pazienza, “l’importante è che non piova nel deserto” penso.

Arriviamo nell’appartamento prenotato, è molto bello ed è vicinissimo al centro. Facciamo una doccia veloce e poi andiamo a cenare.

La prima cosa che vedono è Piazza Jemaa el-Fnaa, dichiarata patrimonio dell’Unesco, unica nel suo genere. Delirante, rumorosa, ci sono cantastorie, acrobati, lampade meravigliose posate a terra che rendono tutto davvero  poetico.

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Passeggiare con calma è impossibile, tutte le sere infatti, vengono montati dei “ristoranti ambulanti” dove è possibile cenare, in un attimo veniamo accerchiati “amico vieni a vedere tutto buono”, “amico prezzo basso” , ”amico carne, cous-cous, verdura, guardi e poi decidi!”…. sorridiamo!

Decidiamo di mangiare all‘Aqua, un ristorante già da noi provato due anni prima, i gestori sono italiani e sono molto simpatici, il cibo è ottimo ed i prezzi contenuti nonostante sia ubicato in una delle piazze più famose al mondo. Dopo cena tutti a nanna…domani il gallo canta all’alba!

Alle 7:00 si parte, ci aspettano molte ore di pullman, i miei nipoti non sanno ancora nulla, voglio sia una sorpresa, voglio godermi la meraviglia nei loro occhi quando si troveranno di fronte al deserto.

Dopo nemmeno mezzora di viaggio brutte notizie, causa mal tempo dei giorni precedente è crollato un pezzo di ponte, rimaniamo fermi in una sorta di stazione di servizio per 5 interminabili ore, poi finalmente si parte.

La strada percorsa è molto bella, suggestiva, si attraversa l’Atlante, vediamo canyon, piccoli villaggi che sembrano presepi e poi la neve…mi stupisco nel vederla in Marocco, io abito a Cuneo, a ridosso dell’Alpi e da noi non ha ancora nevicato.

La strada è tortuosa, stretta e parecchio mal ridotta, se si patisce il mal d’auto occorre sicuramente assumere qualcosa perché pare di viaggiare costantemente sulle montagne russe, però il paesaggio è così bello da togliere il fiato.

Van Gogh diceva “E poi, ho la natura e l’arte e la poesia, e se questo non è sufficiente, che cosa posso volere di più?”, credo avesse perfettamente ragione. La natura ha la capacità di meravigliarmi di continuo, è quasi commuovente, davanti a essa tutto appare piccolo e superfluo.

Arriviamo di sera tardi, mangiamo un ottimo Cous Cous e dopo una bella doccia si riposa.

Kasbah - Journeydraft

Al mattino sveglia presto, si passeggia tra la Kasbah, (dall’arabo qaṣaba, “cittadella”, “rocca”), ed è sostanzialmente un’ antica costruzione di una città araba. Questa è molto bella, gli edifici ricoperti di argilla sono davvero particolari, visitiamo un fabbrica di tappeti meravigliosi e ci godiamo l’arietta fresca del mattino.

Ci rimettiamo in marcia, la strada verso il deserto è ancora lunga, il paesaggio è sempre sbalorditivo. Iniziano a vedersi le prime dune, sembra di essere su un pianeta lontano e sconosciuto, simile a uno di quelli raccontati dal Piccolo Principe di Exupèry… “sono fortunata, quanta meraviglia vedono i miei occhi”.

Rimango in silenzio contemplando il mondo che scorre velocemente dal finestrino, voglio godermi ogni istante, sento i miei nipoti dire “ma c’è il deserto!!”, rido e rispondo “si ma noi andiamo al mare”.

Quando manca su per giù mezzora li bendo, voglio fare le cose per bene, deve essere una sorpresa con la S maiuscola!

Finalmente arriviamo, io e Daniele li prendiamo per Mano e li portiamo davanti alle Dune, togliamo i foulard e dico “benvenuti nel deserto del Sahara!”, rispondono “Wowwwwwwww”.

Deserto Sahara - Journeydraft

Sono senza parole, emozionati e hanno paura di salire sul dromedario :D:D

Sono emozionata anche io, avevo già visto in passato il deserto, qua però la sabbia è rossa ed il sole sta calando creando un’atmosfera davvero magica e surreale.

Dopo circa 45 minuti di “dromedariata” (non credo esista il termine :D:D), fatta tra risate e stupore arriviamo al campo tendato dove passeremo la notte. Sta per tramontare il sole e vogliamo portare i ragazzi a vederlo in cima alla duna più alta.

Non credevo fosse così faticoso salire fin lassù, la sabbia è fredda ma avvolgente, ogni granello sembra contenere in sé la più pura bellezza, i piedi nudi affondano, con il fiatone arriviamo in cima, alzo le mani al cielo… mi sento libera ed estremamente felice.

Dune deserto Sahara - Journeydraft

Mi siedo, ho le ginocchia strette al petto, svuoto la mente da ogni pensiero, chiudo gli occhi e respiro profondamente. Li riapro, il sole si è tinto di un rosso abbagliante, sembra una gigantesca palla infuocata, lo osservo salutarci in totale silenzio, voglio imprimere nella mia mente quel momento, non mi serve altro, mi basta la sensazione di pace che mi pervade…ed è bellissimo.

deserto con dromedario - Journeydraft

Tutti insieme si cena sotto la tenda Berbera, ovviamente con la Tajine (piatto speziato tipico marocchino cucinato in una pentola di terracotta forata in alto, può essere di carne o vegetariana), ormai è buio, corro fuori a vedere il cielo stellato….

Kant diceva: “Due cose mi riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, il cielo sopra di me e la legge morale dentro di me”, non potrei essere più d’accordo per entrambe le cose.

deserto - Journeydraft

Amo osservare il cielo fin da bambina, di giorno come di notte, e l’astronomia mi ha sempre affascinato.

Tutti bene o male abbiamo sempre sognato di essere un astronauta, e vi assicuro, che li, lontani dalla civiltà, mi è sembrato di sfiorare la volta celeste con un dito.

Non ho mai visto così tante stelle in tutta la mia vita, la via lattea si è manifestata in tutto il suo splendore, un dipinto perfetto. Prima di andare a letto si sta tutti intorno al falò, si suonano i bonghi, si ride, si scherza e ci si scalda, di notte nel deserto fa molto freddo e godersi il tepore del fuoco è davvero piacevole.

Al mattino si riparte presto sempre in dromedario, sulla strada ci fermiamo ad Ait Ben Haddou, set di tantissimi film famosi, ad esempio il Trono di Spade, Il Gladiatore, Prince of Persia e molti altri.

fortezza nel deserto - Journeydraft

E’ bellissima, un paese di terracotta, non avevo mai visto nulla del genere, capisco per quale motivo tanti registi l’hanno scelta come set cinematografico.

Si ritorna la sera tardi a Marrakech, sfiniti ed affamati.

L’ultimo giorno lo dedichiamo alla visita della città, soprattutto ai Souq colorati, ma io e Daniele abbiamo qualcosa che ci lega maggiormente al posto.

Ora vi racconto una storia…

Era novembre 2016 e stavamo camminando per le vie di Marrakech, un ragazzo con un grande turbante in testa mi ferma: “sei italiana?” – “si” rispondo io.

“Puoi aiutarmi? devo scrivere una lettera ai miei amici italiani, puoi farlo tu per me?”

Così abbiamo conosciuto Mabrouk, che in berbero vuol dire felicità. Abbiamo trascorso moltissimo tempo nel suo piccolo negozio, seduti per terra, a chiacchierare, bere the ed ascoltare musica raggae.

”Tu hai un cuore buono amica mia”, questo mi ha detto salutandomi.

Io lo avevo abbracciato forte, una piccola lacrima era scesa sul mio viso, sapevo che non era un addio ma solo un arrivederci.

Avevo perso il suo numero di telefono e nel negozietto Mabrouk non l’abbiamo trovato…. Come rintracciarlo?

Camminiamo per le vie delle città, “Mabrouk ciaooooooooo!!!!” urlo io, si gira, è proprio lui “ciao amici”, ci abbracciamo forte e trascorriamo due ore insieme, ci parla del deserto, della sua famiglia, del suo lavoro, ha tagliato i lunghi rasta ma ha sempre il grande turbante in testa e il suo sorriso inconfondibile.

Il tempo vola, dobbiamo salutarci, “che bella cosa la vita”!!!

Lo stringo forte a me ancora una volta, gli stringo le mani “Buona vita amico mio!”

….. E poi, con la fronte appoggiata al finestrino dell’areo penso “e ora dove si va?”

Souq - Journeydraft

Se siete curiosi di sapere dove sarà la prossima avventura seguite la mia pagina Instangram FRANCYBOMBACI_TRAVELLER

e dal Marocco e le notti nel deserto è tutto.

Intanto per tutte le info di viaggio utili vi leggete questo articolo completo di tutto quanto occorre.

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Il Marocco e le notti nel deserto!
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Un magico racconto de Il Marocco e le notti nel deserto e tutte le info che occorrono per un viaggio fai da te.
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