A volte partecipare ai viaggi organizzati consente di apprezzare la grande varietà sociale e culturale di alcuni luoghi di grande contraddizione. Consente di ottimizzare i tempi di trasferimento, essere sicuri di trovare sempre la migliore soluzione alloggiativa e ristorativa anche in luoghi che sono lontani dalla nostra capacità comunicativa, per difficoltà linguistiche e per la scarsa conoscenza delle usanze del posto. Se aggungiamo il dover gestire il viaggio per tutta la famiglia con le esigenze di moglie e due figlie, di cui una celiaca, il viaggio organizzato ti facilita tanto la vita! E’ questo il ragionamento che ci ha portato a partecipare al viaggio/pellegrinaggio organizzato da “Tonelli Viaggi”, di otto giorni complessivi.
ll nostro viaggio ci ha condotto attraverso due Nazioni molto importanti nel Vicino Oriente: Israele e Giordania, toccando nel contempo luoghi sotto la giurisdizione dell’Autorità della Palestina, luoghi della vita di Gesù Cristo e dei suoi primi Apostoli e luoghi di grande fascino paesaggistico.
Il costo complessivo, circa 2.300,00 Euro a persona, prevedeva un pacchetto di servizi tra cui:
– viaggio di andata e ritorno da Roma Fiumicino/Tel Aviv in aereo Alitalia;
– trasporto in autobus nelle varie località visitate;
– pernotto in albergo;
– ristorazione diurna e serale;
– ingressi ai musei.
Con circa tre ore di aereo arriviamo a Tel Aviv. All’epoca (2010) la situazione interna di Israele era ancora abbastanza calma e devo dire che non abbiamo avuto problemi di alcun tipo nè girando per il mercato arabo di Gerusalemme nè durante la visita alla spianata delle Moschee. La presenza delle forze di polizia era comunque cospicua già allora!
Curiosa situazione quella che ruota attorno ai luoghi santi, che siano Cristiani, Islamici o Ebraici. La Chiesa del Santo Sepolcro, che contiene anche il luogo della Crocefissione, è gestita da Cattolici, Ortodossi, Copti e altre minoranze cristiane, ma la chiave del portone principale che viene aperto tutte le mattine e chiuso tutte le sere è affidata ad una famiglia islamica. I turisti occidentali, in genere non islamici, possono visitare la spianata delle Moschee ma ovviamente non il venerdi, giorno di preghiera, abbigliandosi adeguatamente e togliendo dalla vista tutti i simboli cristiani. Il controllo è affidato alla polizia palestinese islamica.
Le due Moschee sulla spianata, particolarmente venerate dagli islamici, la Moschea della Pietra e quella di Al-Aqsa, non sono visitabili. Affacciandosi al parapetto della spianata si vede subito sotto il Muro del Pianto che sostiene tutto il ripiano dove anticamente, al posto delle Moschee, c’era il Tempio di Gerusalemme. A ridosso del Muro, in basso, la spianata accoglie i fedeli ebrei che pregano presso di esso ed anche lì si può accedere indossando il copricapo tipico degli Ebrei, la Kippah e tenendo separati uomini e donne.
Per far comprendere la grande commistione delle tre religioni nella città di Gerusalemme in particolare, emblematica è la stanza dell’Ultima Cena. Ci troviamo in un piccolo edificio nel cuore della Città antica. Al piano terreno è presente un grande sarcofago venerato dagli Ebrei perchè ritenuto la Tomba del Re Davide, al primo piano entriamo in una grande sala vuota, quella dell’Ultima Cena! Ci si rende subito conto che siamo in un luogo di culto islamico per il Mihrab, tuttavia, intorno a noi, non ci sono tappeti per pregare, ma Cristiani provenienti da ogni parte del mondo. Ricordiamo che i Musulmani non considerano Gesù Cristo Figlio di Dio, ma un Profeta. Così, quando la Città fu conquistata da Saladino, la sala fu adibita a Moschea. Questa fu destinata ai Cristiani con gli accordi a tutela delle tre religioni. In essa non possono essere svolte cerimonie religiose cristiane per rispetto sia agli Ebrei che ai Musulmani.
Israele è una nazione piena di contraddizioni e conflitti sopiti…
Il territorio israeliano è intersecato da quello palestinese e su di esso Israeliani, in genere ebrei, talvolta ortodossi, e Palestinesi, sia islamici che cristiani, vivono insieme gomito a gomito ma in zone spesso ghettizzate. Fra di loro scorre un fiume di turisti di tutti i tipi: Cristiani, Cattolici e Ortodossi ma anche Copti ed altri, con le loro Croci che girano per la Via Crucis, Islamici, sciiti o sunniti, in gruppi familiari numerosissimi, che si recano alle due Moschee della Spianata. Gli Israeliani in genere provengono da Paesi diversissimi: ci sono per lo più russi, tedeschi, italiani, francesi, ma anche, molto minoritari, etiopi, nordafricani etc.
E’ una nazione fondata sul ritorno alla Terra Promessa delle popolazioni ebraiche che si sono ritrovate sparse per tutto il mondo e spesso perseguitate lungo i molti secoli di storia a partire dalla distruzione di Geusalemme per mano dell’Imperatore Tito.
Israele e Giordania hanno un lungo tratto di confine in comune, eppure, il contrasto tra la religione e la cultura dà una strana sensazione di alienazione. La definizione territoriale segue una linea di confine per alcuni versi ben definita, ma per la maggior parte contestata e senza una chiara determinazione. Provate a percorrere la strada che va da Gerusalemme a Betlemme…. Il confine è contestato, i Palestinesi accusano Israele di aver spostato a loro favore il tracciato previsto negli accordi internazionali. Un alto e massiccio muro è stato costruito dagli israeliani a ridosso della porta, enormi torri consentono la sua guardia e i militari israeliani controllano attentamente il passaggio anche con un’alta torre fortificata. Il territorio ormai è diviso fra Israele, con Gerusalemme e la Palestina con la striscia di Gaza e la West Bank, che è la zona ad est di Gerusalemme conn Betlemme, Gerico e altri luoghi legati al racconto dei Vangeli.
Da Gerusalemme, in autobus, ci siamo spostati in Giordania attraversando la frontiera in direzione di Amman. Il pernottamento nella capitale giordana ci rende euforici.
Il viaggio verso sud in direzione di Aqaba ci porta verso il Wadi Rum, lungo i percorsi dei ribelli arabi che sconfissero l’Impero Ottomano sulle orme di Lawrence d’Arabia.
Nell’attraversare il deserto, dai finestrini del pullman, si vede l’orizzonte piatto, mosso in lontananza da ondulazioni e rilievi bassi ai cui piedi si intravedono piccoli agglomerati di tende beduine, greggi di pecore e armenti di cammelli al loro fianco. Al mattino dai grandi finestroni della stanza del nostro albergo, HOTEL GRAND NEW, entra la luce rossastra dell’alba mentre la parte bassa dei monti è ancora abbrunita nell’ombra.
Le cime degli avamposti di Petra spiccano dietro le sagome più scure come magneti misteriosi da cui è impossibile distogliere lo sguardo.
Il pullman ci avvicina all’entrata della zona archeologica e ci dirigiamo all’ottimo Centro Visitatori con le grandi effigi del Re e del Principe suo figlio che ci guardano. Passati oltre, davanti a noi, la stretta e lunga gola che introduce alla Petra antica è già affollata da frotte di turisti assiepate per passare nelle stretture della gola. I colori rossastri con le molteplici striature gialle delle pareti di fiaba ci avvolgevano e la guida ci lascia a bocca aperta nel narrarci le meraviglie del popolo dei Nabatei di cui Petra era la capitale. Riuscivano a vivere nel deserto nascosti a tutti, recuperando l’acqua attraverso un sapiente sistema di canali e canaletti che raccoglievano perfino la rugiada mattutina. Riuscirono a fondare un Regno che si ingrandì conquistando le città intorno, essendo diventato un nodo di comunicazione importantissimo per le carovane che percorrevano la via della Seta.
Addentrati nello stretto passaggio fra le rocce multicolori, al termine di esso, come una esplosione di bellezza appare la costruzione più famosa di Petra sullo sfondo di un grande piazzale nel quale sostano cammelli, carrettini, asini che aspettano qualche turista stanco e accaldato per portarlo o più avanti verso la città antica o indietro verso il parcheggio dei pullman. La costruzione di cui parlo, il Tesoro del Faraone (El Kahsnek al Faroun) è quella che rappresenta di più Petra nelle immagini conosciute del luogo. Curiosa la credenza dei beduini… pensavano che la scultura scolpita in cima alla facciata, somigliante ad un tiburio cilindrico, contenesse un tesoro e questo li convinse a cercare di recuperarlo colpendola a fucilate, tanto che se ne vedono i segni.
La città antica sorge, o, per meglio dire, è scavata nella roccia delle pareti. Tutte le costruzioni che si vedono scavate in alto sulle pareti della montagna sono delle tombe. Proseguendo avanti il terreno si allarga ancora di più e si può vedere il teatro romano sulla sinistra, per giungervi si percorre un tratto di strada romana per proseguire poi ancora verso il centro della città. Ho detto romana, sì perchè i romani sono arrivati anche qui e hanno costruito molto.
Ritornati al pullman riprendiamo la via per Amman, la prossima tappa del viaggio è
Gerasa.
Ci aspetta un lungo viaggio: Petra a sud, Gerasa a nord verso il confine con la Siria. Sostiamo ai bordi del deserto in un punto di ristoro dove possiamo prendere un ottimo thè alla menta. Qualcuno compra anche dei prodotti artigianali per turisti, tutti di ottima fattura.
A Gerasa ci aspetta un sito archeologico veramente ben tenuto. Una grande città romana dove si viene accolti da una reception ben organizzata. Entrati nell’area degli scavi, la prima cosa che ci viene incontro è il grande arco che costituiva la porta di ingresso alla città: l’ Arco di Adriano che visitò la città.
Subito dopo, il grande ippodromo tuttora funzionante per corse di cavalli organizzate ad uso turistico. Veniva usato un tempo anche per le corse delle bighe e delle quadrighe.
Proseguendo si raggiunge la Porta Meridionale e percorrendo il Cardo Massimo si raggiunge una grande piazza ellittica che probabilmente costituiva il Foro, oltre ci si addentra nella zona dei grandi templi e degli edifici civili.
La strade di Gerasa, come la Piazza Ovale, sono contornate da un lungo colonnato quasi senza soluzione di continuità. Lasciando la via principale e addentrandosi per i rilievi laterali si scoprono altre grandi bellezze: una Chiesa bizantina con uno splendico mosaico pavimentale, le enormi colonne del tempio di Artemide che restano dritte per un vero miracolo di ingegneria, nonostante le vibrazioni dovute al vento, il Teatro Meridionale che ospitava circa cinquemila spettatori. Nel Teatro Meridionale una piccolo orchestra in abiti militari beduini si esibiscono in brani musicali a base di tamburi e cornamuse ad uso dei turisti che, seduti sulle gradinate possono godere della perfetta acustica del luogo. L’antica città romana di Gerasa è un’area archeologica che lascia stupiti per la cura della sua manutenzione, per la cordialità dell’accoglienza e che va vista assolutamente, specialmente dopo quello che è accaduto alla città di Palmira. Cosa possiamo fare per salvare questi tesori dell’opera umana? Io penso che dobbiamo assolutamente cercare di frequentarli e di visitarli perchè solo la loro fruizione può mettere in moto un’economia che li salvi dalla distruzione e dall’abbandono. Se potete andate a vedere queste opera d’arte assolute. Vi metteranno addosso una vibrazione, un’emozione, una forza d’animo che, sono sicuro, non vi lascerà mai più.